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Scritti Islamica

Scritti Islamica
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5 mai 2009

La Pazienza

Cerco rifugio in Allah, l'Audiente, il Sapiente, contro Satana il lapidato.

In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso; pace e benedizioni di Allah sul nostro Profeta Muhammad, il più nobile dei Messaggeri.

La lode appartiene ad Allah; Lo ringraziamo, a Lui chiediamo aiuto, Lo preghiamo di guidarci sulla retta via e a Lui chiediamo perdono. Ci rifugiamo in Allah contro il male dei nostri stessi spiriti  e contro il male che commettiamo .

Colui che Allah guida è ben guidato, ma colui che Egli svia non troverà patrono all'infuori di Lui.

La qualità morale che tratteremo oggi è la più importante fra tutte, ed è anche la base etica della nostra religione. Questa qualità è la “pazienza”, che spesso è considerata solamente come una parola teorica. Molti ragazzi mi chiedono consigli su come evitare i peccati, su come abbassare lo sguardo ed evitare le tentazioni: la mia risposta è sempre stata la stessa, avendo pazienza, ma in molti pensano che io dica questo per porre fine in fretta alla conversazione, e non prendono il mio consiglio seriamente.

A coloro che desiderano impegnarsi per eseguire correttamente la preghiera dell’alba (Fajr), o dedicarsi alla devozione notturna, io dico di essere paziente. Diversamente da quel che sembra,  “pazienza” è una parola concreta, ma purtroppo non siamo abituati a quest’idea. In realtà sulla virtù della “pazienza” si basa l’ intero ordine dei cieli e della terra.

In sostanza, questa virtù è una legge cosmica fra le regole dell'universo; non riguarda unicamente l’uomo, anzi, tutto l’universo si basa sul concetto di pazienza o di gradualità. In che modo? Hai presente il feto nel grembo della madre? Conosci le tappe della sua formazione? Guarda te stesso come cresci e come ti sviluppi giorno dopo giorno; guarda come cresce l’erba... Capisci adesso che tutto ciò che si trova nell'universo si basa sul concetto di pazienza e di gradualità? Non c’è erba che cresce subitaneamente, tutto procede a poco a poco. Allah, l’Altissimo, ha creato i cieli e la terra in sei giorni anche se  Era in grado di crearli in un giorno solo, in un batter d'occhio, o ancora più in fretta di così, ma facendolo, ci avrebbe privato di una grande saggezza.

Allah l’Altissimo, ha voluto farci capire che tutto in quest’universo è basato sulla gradualità, e che la pazienza non è un attributo puramente umano, anzi, l’intera creazione è fondata su questo concetto. Ogni realtà oggettiva nell’ intera esistenza richiede pazienza.

Ad esempio, per avere successo nella vita professionale, si deve pazientare per circa sedici anni per istruirsi a sufficienza; per riuscire ad avvicinarsi ad Allah, bisogna avere pazienza ed essere costanti nel comportarsi bene; per liberarsi dai peccati come il vizio del fumo, per esempio, è necessario avere pazienza, armarsi di buona volontà ed autodisciplina.

Per sopportare gli inconvenienti che capitano tutti i giorni dobbiamo avere pazienza. I sapienti dicono: “La perfezione nella vita e nella religione è legata alla pazienza.” In che modo? Il coraggio, per esempio, non può appartenere ad una persona che non ha pazienza. La costruzione di paesi, canali o dighe non potrà realizzarsi se non si ha pazienza. Neanche lo sviluppo economico può esserci senza di essa. Essere indulgenti nei confronti dei genitori quando richiedono un qualcosa che non ci fa piacere è una forma di pazienza. I difetti nella vita e nella religione, quindi, sono dovuti alla mancanza di questa qualità.

Chi commette adulterio è una persona che non riesce a praticare l’astinenza fino al matrimonio, chi si droga non ha pazienza nell’affrontare i problemi o la situazione di disagio in cui vive, e cerca una via di fuga attraverso l’uso di stupefacenti.

È per questo che si dice che l’ego dell’essere umano è il mezzo che conduce in Paradiso o all’Inferno; il freno di questo veicolo è proprio la pazienza. Se abbandoni la guida, l’ego ti trascina dove vuole. Dunque, cosa significa la parola “pazienza”?

Etimologicamente parlando, vuole dire restrizione: sono paziente e quindi trattengo me stesso dal compiere atti illeciti. In altre parole, osservo le regole, mi contengo dal peccare, non mi abbatto nelle situazioni difficili e non mi lamento. Tutto ciò rappresenta la pazienza.

La Pazienza nel Corano 

La pazienza è una virtù che ha una grandissima importanza nella nostra religione. Essa è stata citata nel Corano più di novanta volte. È la qualità morale più citata nel Libro Sacro, più della sincerità e dell’ onestà. Di solito, viene riportata in forma imperativa (Sii paziente/Siate pazienti!).

Allah l’Altissimo, dice quello che può essere tradotto come: “O voi che credete, rifugiatevi nella pazienza e nell’orazione. …” (TSC[1]- Sura II, versetto 153).

Per essere coerenti con gli insegnamenti di Allah, bisogna avere pazienza, temere e allontanarsi dal peccato, obbedirGli, perché Allah è con i pazienti.

Allah dice quello che può essere tradotto come: “Sicuramente vi metteremo alla prova con terrore, fame e diminuzione dei beni, delle persone e dei raccolti. Ebbene, da’ la buona novella a coloro che perseverano, ...” (TSC- Sura II versetto 155).

Allah ci annuncia la buona novella.

Immagina che Egli, l’Altissimo, dica: “Non ti preoccupare, Oh uomo paziente.” Come credi si comporterà con te dopo? Cosa pensi che ti dia come ricompensa?

Allah, l’Altissimo dice quello che può essere tradotto come: “…Coloro che sono perseveranti riceveranno la loro incalcolabile ricompensa.” (TSC- Sura XXXIX, versetto 10). Gli esegeti dicono che coloro che hanno avuto pazienza nella vita avranno incalcolabili e interminabili vantaggi e la soddisfazione nell’ altra vita. Perché i pazienti, appunto, avranno benefici senza limite? Perché non si sono lamentati di ciò che Allah Ha deciso per loro.

Non si sono lamentati e hanno accettato il verdetto Divino. Quindi Allah, a Sua volta, non chiederà loro conto, dato che per primi non hanno chiesto spiegazioni riguardo al destino che Egli Ha dato loro. La pazienza è l’unica virtù di cui nessuno sa quale sia la ricompensa. Sappiamo che le buone azioni vengono ricompensate dieci volte, le elemosine settecento, ma il limite della ricompensa per la pazienza non si conosce.

Allah l’Altissimo, dice quello che può essere tradotto come: “…Allah ama i perseveranti.” (TSC- Sura III, versetto 146). Allah è con i perseveranti e ama i pazienti. Le  persone avranno la forza di smettere di fumare, saranno indulgenti verso i genitori, abbasseranno lo sguardo semplicemente tenendo a mente queste parole.

Allah l'Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “E [finché] furono perseveranti e credettero con fermezza nei Nostri segni, scegliemmo tra loro dei capi che li dirigessero secondo il Nostro comando.” (TSC- Sura XXXII, versetto  24). Questo versetto, tratta di uno dei periodi durante i quali gli ebrei erano sottomessi a Dio. Secondo il versetto, la loro potenza e supremazia furono la conseguenza della loro forte fede e della loro grande fiducia in Allah. Ciò vuole dire che se la Ummah[2] musulmana intende essere in prima fila, non può arrivarci se non attraverso la pazienza. Non si tratta solamente di adottarla nell’ ambito del lavoro o durante gli atti di culto quotidiani, bisogna anche essere pazienti nella vita di tutti i giorni. Per produrre di più, per migliorare il proprio paese e per evitare i peccati. E’ fondamentale l’ avere fede in Allah.

Allah l’Altissimo dice quello che può essere tradotto come: “Quanto invece a chi è paziente e indulgente, questa è davvero la miglior disposizione.” (TSC- Sura XLII, versetto 43). Sopportare il male e saper perdonare è la miglior disposizione.

Nel Corano troviamo grande incitamento per i credenti e i Messaggeri ad essere pazienti. Allah l’Altissimo, rivolgendosi al suo Profeta (pace e benedizioni su di lui), dice quello che può essere tradotto come: “Sopporta con pazienza, come sopportarono i messaggeri risoluti. …” (TSC- Sura XLVI, versetto 35).

La parola pazienza, dunque, è un termine teorico o pratico ? In realtà, è il consiglio più importante che Allah l’ Altissimo abbia mai dato al Profeta Muhammad (pace e benedizioni su di lui), come lo è stato per i precedenti Profeti (la pace sia su tutti loro). Allah l’Altissimo dice quello che può essere tradotto come: “O voi che credete, perseverate! Incitatevi alla perseveranza, lottate e temete Allah, sì che possiate prosperare.” (TSC- Sura III, versetto 200).

Inoltre, il Corano indica che fra ciò che più odia Allah, l’Eccelso, c’è la fragile e debole pazienza, per esempio quella di una sorella che mette il velo e poi ci ripensa. Questo è uno degli esempi di atteggiamenti non graditi nell’Islam. L’ Islam incoraggia coloro che sono pazienti ad essere forti.

Allah l’ Altissimo dice quello che può essere tradotto come: “Già imponemmo il patto ad Adamo, ma lo dimenticò, perché non ci fu in lui risolutezza.” (Sura XX, versetto 115). Una persona impaziente, deve combattere questa sua brutta abitudine, perché l'Islam vuole vedere i suoi seguaci perseveranti e decisi. Per questo motivo, in uno dei versetti del Corano, Allah l’ Altissimo, rivolgendosi al Suo Profeta (pace e benedizione su di lui), dice quello che può essere tradotto come: “Sopporta dunque con pazienza il Decreto del tuo Signore e non essere come l’uomo della balena, che invocò al colmo dell'angoscia. Se una grazia del tuo Signore non lo avesse toccato, sarebbe stato gettato sulla riva deserta, reietto.” (Sura LXVIII, versetti  48-49).

Le storie dei Profeti nel Corano, concludono sempre con un insegnamento da apprendere. La sura “Yusuf “ e la sura “Hud” offrono molte morali su cui riflettere.

Alla fine della Sura “Noè”, Allah l’Altissimo dice quello che può essere tradotto come: “…Sopporta dunque con pazienza. In verità i timorati [di Allah] avranno il buon esito.” (TSC- Sura XI, versetto 49). Attraverso queste storie, Allah dice al Profeta (pace e benedizioni su di lui) di imparare da chi è stato paziente prima di lui.

Inoltre Allah ci insegna che non ci sarà vittoria per i musulmani e per i suoi servitori se non sapranno essere perseveranti sulla retta via. Allah l’Altissimo, descrive Saul e Golia nella Sura Al-Baqara (La Giovenca), e l’incontro tra un esercito credente e uno miscredente. Alla fine del racconto, dice quello che può essere tradotto come: “…Quelli che pensavano che avrebbero incontrato Allah dissero: «Quante volte, con il permesso di Allah, un piccolo gruppo ha battuto un grande esercito!» Allah è con coloro che perseverano.” (TSC- Sura II, versetto 249).

Allah l’ Altissimo, nella Sura Al-Anfal (Il Bottino), dice anche quel che può essere tradotto come: “…Venti di voi, pazienti, ne domineranno duecento e cento di voi avranno il sopravvento su mille miscredenti. … (TSC- Sura VIII, versetto 65). In accordo con questo versetto, si capisce che la vittoria è condizionata all’ elemento della pazienza. Se sarai paziente non commettendo peccati, osservando la religione, nello studio, nel lavoro, nei confronti dei genitori, potrai essere certo che avrai successo in tutto ciò che farai. Non biasimarti, non pensare che non potrai mai farcela, cerca invece di abituare te stesso ad questa qualità.

Allah l’Altissimo, dice quello che può essere tradotto come: “Quanti Profeti combatterono affiancati da numerosi discepoli senza perdersi d’ animo per ciò che li colpiva sul sentiero di Allah, senza infiacchirsi e senza cedere! Allah ama i perseveranti.” (TSC- Sura III, versetto 146). Non ci sarà gloria per questa religione senza perseveranza.

Adesso citerò alcuni Ahadith del Profeta (pace e benedizioni su di lui) che riguardano la pazienza:

La pazienza è luce”[3] .Soffermiamoci sulle parole che il Profeta (pace e benedizioni su di lui) ha usato in questo detto.

Vi siete chiesti perché egli non ha detto che la pazienza è una prova, una forza o una soluzione? Le crisi e le afflizioni della vita rendono il mondo oscuro agli occhi delle persone direttamente colpite: in questa oscurità, quindi, non c'è altra soluzione che la luce.

Il Profeta (pace e benedizioni siano su di lui) disse: “Nessun  dono potrà superare in valore quello della pazienza.” Cerca di capirlo, e di mettere in pratica questo insegnamento.

Il Profeta (pace e benedizione siano su di lui) disse: “Nessuno potrà avere una benedizione migliore e più grande della pazienza.” Nulla di ciò che potrai avere nella vita sarà meglio della pazienza, non una costosa macchina o un ottimo posto di lavoro, per esempio.

Inoltre il Profeta (pace e benedizioni su di lui) aggiunse: “Il credente è stato privilegiato da un vantaggio di cui nessuno può godere eccetto lui: in caso di disgrazia, egli pazienta, e questo è il meglio per lui, e in caso di felicità, loda (Allah) e questo è il meglio per lui.”[4] Questo privilegio è unicamente accessibile ai credenti che sono incondizionatamente grati ad Allah, che nei momenti felici si prosternano e Lo ringraziano, e nei momenti difficili, invece, si armano di pazienza e rimangono comunque a Lui legati.

Fra l’ altro, la pazienza rientra anche in uno dei 99 bellissimi nomi di Allah, “Al-Sabour” (estremamente e continuamente paziente); questo termine, in lingua Araba, supera in forza espressiva altri vocaboli simili come “Al-Sabr” (semplicemente “la pazienza”) o “Al-Sabbar” (“Lo smisuratamente paziente”). La pazienza Divina, infatti, è completamente diversa da quella dell’ essere umano: la prima la sovrasta in più livelli, ed appartiene solo alla Maestà di Allah.

Il Profeta (pace e benedizioni su di lui) disse: “Di fronte a parole sgradevoli, nessuno è più paziente di Allah. Egli sente le sue creature che Gli attribuiscono un figlio; nonostante ciò, continua a dare loro i Suoi benefici.”

Questo atteggiamento è totalmente diverso da quello che gli esseri umani hanno l’abitudine di adottare: nel caso in cui essi vengono a sapere che qualcuno parla sconvenientemente di loro (per esempio, se una moglie si lamenta di come viene trattata), reagiscono immediatamente e cambiano il loro modo di fare nei confronti di chi li ha offesi. È assolutamente il contrario di quel che succede quando non si parla convenientemente di Allah: Egli non smette comunque di elargire la Sua benevolenza e non si affretta nella punizione. Ma non è tutto: fra i sei miliardi di abitanti sulla terra, ben pochi sono i veri servitori di Allah. Nonostante questo, Egli è sempre Paziente e indulgente con tutti loro.

Ci sono dei giorni durante l’anno (le festività ad esempio) nei quali la maggioranza degli uomini commette molti peccati. Le altre creature di Allah sulla terra s’indignano a causa di questi atti, come racconta un Hadith del Profeta (pace e benedizione su di lui): “Ogni giorno, il mare dice ad Allah: -Permettimi, Signore, di annegare il figlio di Adamo che ha mangiato dei tuoi beni, ma ha adorato un altro.- Ogni giorno, le montagne dicono ad Allah: -Permettici, Signore, di franare sul figlio di Adamo che ha mangiato dei tuoi beni, ma ha adorato qualcun’ altro. -La terra dice: -Permettimi, Signore, d'inghiottire il figlio di Adamo che ha mangiato dei tuoi beni ma ha adorato qualcun altro.- Ma Allah risponde: «Lasciateli, se li aveste creati voi, li avreste perdonati.» È per questo motivo che in un versetto del Corano Allah l’ Altissimo dice  quel che può essere tradotto come: “Allah trattiene i cieli e la terra affinché non sprofondino, ché, se sprofondassero, nessuno li potrebbe trattenere all'infuori di Lui. In verità Egli è magnanimo, perdonatore.” (TSC- Sura XXV, versetto 41). Adesso si capisce perché il Profeta (pace e benedizioni su di lui) disse nel suo hadith che, di fronte a discorsi sgradevoli, nessuno può essere più paziente di Allah.

Gli Ulema (Sapienti della religione Islamica) dicono: "La pazienza è metà della fede"; ciò è assolutamente vero, in effetti, la fede non è nient’altro che il compimento delle buone opere e l’allontanamento dei peccati. La vita è composta da una serie di benedizioni ed afflizioni, e bisogna ringraziare Allah per essa. L’ altra metà della fede, perciò, deve essere costituita da gratitudine. Nei periodi felici, le persone devono adorare Allah, ringraziarLo e conformarsi ai Suoi ordini, nei periodi difficili devono adorarLo attraverso la pazienza. L’ adorazione verso Allah, è corretta quando si mettono in pratica entrambi questi modi di fare. Nel seguente versetto Coranico, si parla di entrambi questi atti di devozione, dicendo quel che può essere tradotto come: “ …Ecco dei segni per ogni [uomo] paziente e grato.” (TSC- Sura XIV, versetto 5). Riassumendo, possiamo dire che la pazienza è per la fede ciò che la testa è per il corpo: un corpo non potrà mai sopravvivere senza testa. Se non hai la pazienza di pregare, e preferisci invece soddisfare un tuo desiderio, fai ciò che desideri, perché la tua fede è senza testa!

Ma quello che ci interessa capire da questa lezione, è quale tipo di pazienza si deve mettere in pratica. La risposta è la “bella pazienza”. Nel Suo Libro, Allah dice quello che può essere tradotto come: “Pazienta dunque di bella pazienza.” (TSC- Sura LXX, versetto 5). La stessa cosa viene detta anche dal Profeta Giuseppe, pace su di lui, in quello che può essere tradotto come:…I vostri animi vi hanno suggerito un misfatto. Bella pazienza...” (TSC- Sura XII, versetto 18). La “bella pazienza”, è quella non associata al fastidio, alla preoccupazione, alla noia o alle lamentele. Il viso del credente deve riflettere lo stato di soddisfazione che egli prova. È normale ed accettabile che in caso di difficoltà possa essere triste e pianga, ma l’importante è che la sua pazienza rimanga “Bella”.         

“Bella pazienza” può anche avere un altro significato: pazienza positiva. Quest'ultima, permette di prendere decisioni con calma, affinché si possa giungere al superamento  dei momenti di difficoltà. Un giovane, ad esempio, che non possiede i mezzi per sposarsi, deve avere questo tipo di pazienza, cioè lavorare seriamente per prepararsi finanziariamente al suo matrimonio. Se arriviamo a capire quello che la bella pazienza indica, capiremo che essa non è passività e inattività.

Tre tipi di pazienza:

1-     Pazienza nell’astenersi dal commettere peccati.

2-     Pazienza nel perseverare nell’ obbedire ad Allah l'Altissimo.

3-     Pazienza durante le calamità e le disgrazie.

La perfezione della pazienza si ottiene solo quando una persona riesce a raggiungere tutti e tre i tipi menzionati. 

Alcune persone sono pazienti durante le calamità, ma quando capita loro l’occasione per disobbedire ad Allah, perdono questa qualità, e cadono nel peccato facilmente. Dobbiamo avere tutti e tre i tipi di pazienza per completare l’ altra metà della nostra Iman[5].

Possiamo trovare delle persone, invece che vegliano tutta la notte in preghiera, e che praticano spesso il digiuno volontario, ma che non hanno affatto pazienza quando si tratta di resistere alle tentazioni del peccato, pur essendo credenti. C'è anche chi,  pur avendo pazienza durante le afflizioni e perseverando nell’ astinenza dai peccati, non ne ha per adorare Allah l'Altissimo, per esempio, non compiendo la preghiera obbligatoria.

   

Solo la persona che persevera nell’obbedire ad Allah l'Altissimo, che applica i Suoi ordini, che quando ha occasione di commettere un male o un peccato resiste e non si lascia traviare, che sopporta anche le calamità e le disgrazie ottiene la giusta pazienza, e conseguentemente, metà della fede.

Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “…Coloro che sono perseveranti riceveranno la loro incalcolabile ricompensa." (TSC- Sura XXXIX, versetto 10) . 

Ma cos’ è meglio? Avere pazienza  nell'affrontare le difficoltà e nel  fare sempre il bene, o nell’ adorare Dio e nell’ allontanarsi dai peccati? 

Tutti diranno che è corretta la prima opzione, invece la risposta esatta è la seconda. Questo perché la pazienza nel perseverare nell’ obbedienza ad Allah l'Altissimo, è per Lui la più completa e la migliore.

Ma perché? Avere pazienza durante le calamità è inevitabile, mentre mettere in pratica questa dote per obbedire ad Allah l'Altissimo è facoltativo; sei tu che sei libero di scegliere se fare il male o il bene.

La gente pensa erroneamente che aver pazienza durante le disgrazie sia più difficoltoso che averla durante i periodi felici. Le afflizioni di Giuseppe (pace su di lui), che venne incarcerato di sua spontanea volontà, erano invece più grandi rispetto a quelle di Giobbe (pace su di lui) che venne messo alla prova da Allah l’ Altissimo tramite la perdita di soldi, figli, salute.

Questo perché Giuseppe scelse volutamente di entrare in prigione, per evitare i peccati, mentre Giobbe non aveva scelta, doveva essere paziente per forza di cose.

Inoltre, la pazienza di Yusuf[6] nei confronti dell’ invidia dei fratelli, che lo gettarono in un pozzo, non è uguale a quella che egli ebbe quando venne incarcerato.

Quindi possiamo dire che la pazienza nel preservare nell’obbedire ad Allah l'Altissimo e nel non commettere peccati è migliore e più completa di quella che viene messa in pratica durante i momenti di difficoltà, e ciò per i seguenti motivi:

1-     Allah ci ha creato esclusivamente per adorarLo e conoscerLo, e questo avviene attraverso le varie forme di adorazione.

2-     Chi compie un bene, avrà dieci volte tanto, e chi fa un male, pagherà solo l'equivalente. Fare il bene è ciò che Allah preferisce maggiormente.

Cosa accadrà a colui le cui buone azioni sono uguali in numero ai suoi peccati, e a cui i piatti sulla bilancia risulteranno essere alla stessa altezza, nel Giorno della Resurrezione? Andrà in Paradiso o all’ Inferno? Avrà le stesse possibilità di finire nel primo o nel secondo, ma comunque Allah l'Altissimo dice in un Hadith Qudsi[7] “La Mia misericordia  supera la mia ira ”.

Questo detto ci dà speranza, e ci fa comprendere la grandezza della misericordia di Allah il Potente, l'Eccelso, ma non fornisce scusanti per commettere peccati. Quindi, il rango  più alto  della pazienza è quello che si ottiene quando ci si sforza di fare il bene, successivamente vi è l’aver pazienza nel non commettere  peccati e alla fine quella che si ha in caso di malattie e difficoltà.   

Esempi di pazienza durante  le afflizioni e le difficoltà predestinate.

Vi sono, nella vita di chiunque, momenti difficili da affrontare, come:

- La morte: di un parente, di un vicino, di un amico o di qualsiasi altra persona che amiamo.

- La malattia: oggigiorno, se ne scoprono sempre di nuove.

- I danni  subiti.

- La povertà o il fallimento dei figli a scuola.

- Le incomprensioni fra moglie e marito, che insorgono a causa di problemi familiari..

Il primo punto citato è la morte.

Non c'è dubbio che sia la prova più dura che colpisce l’uomo. Vediamo a proposito alcuni detti del Profeta (pace e benedizioni su di lui).

Una volta, alcune donne dissero al Profeta Muhammad (pace e benedizioni di Allah su di lui): “Oh Messaggero di Allah! Non possiamo partecipare alle tue lezioni a causa dell’alto numero degli uomini che vi assistono, quindi tieni da parte un giorno per noi.” Il Profeta (pace e benedizioni su di lui) rispose affermativamente, e durante il giorno prefissato, disse: “Qualunque donna fra voi che abbia avuto tre figli, i quali sono morti prima di lei, saranno come una barriera che la riparerà dal fuoco dell’Inferno." Allora una donna chiese “ Anche se ne ha persi due, Oh Inviato di Allah ?” il Profeta (pace e benedizioni su di lui) rispose “ Sì, lo stesso vale anche per due figli[8]". 

Il Profeta  (pace e benedizioni su di lui) disse: “ Se muore il figlio di una persona, Allah dice agli angeli ‘Avete già preso l’anima del figlio del mio schiavo?’ e gli angeli rispondono:‘ Si, Signor nostro.’ Successivamente Allah l'Altissimo chiede: ‘ Avete preso il frutto del suo cuore?’ e  gli angeli rispondono: ‘Sì, Iddio’. Poi Allah l’ Altissimo chiede loro nuovamente:‘E che cosa ha detto il Mio schiavo?’ E gli angeli dicono: ‘Ti ha ringraziato, e ha detto: ‘Siamo di Allah e a Lui ritorniamo. ’ ’ Così il nostro Signore, il Potente l'Eccelso dice ‘ Costruite una casa per il Mio schiavo nel Paradiso, e chiamatela la casa della Lode[9]’.”

Lo stesso vale per chiunque perda una persona cara, sia essa il  padre, la madre, il fratello, l'amico o il maestro.

Il Profeta ( pace e benedizioni su di lui) disse: “Il Paradiso sarà la ricompensa di colui che perde un proprio caro, ringrazia Dio, lo elogia e accetta il suo destino". 

Potete immaginare che la pazienza dimostrata durante la sofferenza per una morte può essere il motivo per il quale poter entrare in Paradiso? Questo è un consiglio per tutti coloro che hanno perso una persona cara: abbiate pazienza in tale situazione, e vi sarà riservato un posto in Paradiso.   

Oh tu, che hai avuto pazienza in occasione della  morte di tua figlia o di tuo figlio, sappi che entrerete insieme in Paradiso.

Nel giorno del Giudizio, ci saranno anche i bambini che sono morti prima dei genitori e quando verranno invitati ad entrare in Paradiso, diranno ad Allah: “Non entreremo senza i nostri genitori." ed Egli dirà loro: “ Bene, prendete le mani dei vostri padri e delle vostre madri, ed entrate insieme ." Per questo dobbiamo imparare a considerare le afflizioni nel giusto modo. Avete visto che ricompensa si ottiene tramite la pazienza?

Riguardo alla pazienza in caso di malattia, ci sono molti detti del Profeta.

Raccontò Ataà Ibn Abi Rabah:  "Ibn Abbas mi  disse: ‘Vuoi che ti mostri una donna dalla gente del Paradiso?’ io dissi: ‘Sì!’ Così Ibn-Abbas  indicò una donna, e disse ‘Quella donna dalla pelle nera, è andata dal Profeta (pace e benedizioni su di lui) e gli ha detto: ‘Sono ammalata di epilessia, e durante le crisi mi si scopre il corpo, vorrei che  pregassi Allah per me affinché mi curi.’ Allora il Profeta (pace e benedizioni su di lui) le disse: ‘Se lo desideri, posso pregare per chiedere la tua guarigione, ma se sarai paziente, verrai ricompensata con il Paradiso ’. Allora lei disse: “Sarò paziente” e aggiunse:”Però rimango scoperta, quindi per favore, invoca Allah per me affinché possa non rimanerlo.” Quindi egli invocò Allah l’ Altissimo per lei."   Visto quanto era pudica? Molte donne, oggigiorno, sono invece entusiaste di svelare il loro corpo. Ma quella donna, meritò il Paradiso.

Allah, gloria a Lui, disse in questo hadith Qudsi: “Se affliggo uno dei Miei servi nelle due cose che egli ama di più (i suoi occhi) ed egli rimane paziente, la Mia ricompensa per lui non sarà altro che il Paradiso[10]. ”

Il Profeta (pace e benedizioni di Allah su di lui) disse: “ Allah monda tutti i peccati di una persona che soffre, a partire da chi ha la febbre, anche se dura per una sola notte ." 

Dopo aver saputo tutto questo, gusterai anche la sofferenza, non dovrai solo sopportarla, visto che essa conduce vicino al Paradiso.

C’è un detto molto conosciuto di Ibn Masud che racconta: “ Le calamità e le disgrazie dell’uomo, eliminano i suoi peccati ”

È degno di menzione anche un bellissimo detto di uno dei seguaci[11] ,Yazid Ibn Maysara, che recita: “Una persona non religiosa si ammala, e il suo dolore gli permette di ritornare verso Allah, e forse, quando i suoi occhi si riempiono di lacrime mentre implora la Sua misericordia, Egli lo purificherà da tutti i suoi peccati.” A questo punto, tutto ciò che posso dire, è che dobbiamo cambiare il nostro modo di concepire il dolore e la malattia.

Il Profeta (pace e benedizioni di Allah su di lui) quando un suo dito fu gravemente ferito durante una battaglia, disse, per dimenticarsi del dolore: “ Tu non sei altro che un dito che è stato ferito per la causa di Allah” 

Mentre tu, nella stessa situazione, non faresti altro che guardare la tua ferita, sentire la sofferenza e preoccuparti.  Il Profeta ( pace e benedizioni su di lui), quando visitava un malato pregava per lui dicendo “E’ purificazione, se Dio Vuole ."  Così dobbiamo dire anche noi quando visitiamo un ammalato.

Un altro esempio di pazienza

Da mettere in pratica quando qualcuno ci insulta o ci tratta male.

Devo essere paziente con un vicino di casa che ha la lingua affilata, sopportare una suocera sgradevole, un parente acquisito, un antipatico avversario.   

Il Profeta ( pace e benedizioni su di lui) disse: "Nel giorno del Giudizio, ci sarà chi chiama dicendo:  -Alzatevi, possedenti del gran merito .-Allora si alzeranno poche persone, e cammineranno velocemente verso il Paradiso, quindi gli angeli gli chiederanno - Ma chi siete voi ?- Loro risponderanno: -Siamo i possidenti del gran merito .- Gli angeli replicheranno: -Qual è il vostro merito ?- Ed essi ribatteranno nuovamente: -Quando qualcuno ci opprimeva, eravamo pazienti,  e se qualcuno ci insultava, lo perdonavamo.- Allora gli angeli diranno -Entrate in paradiso, “ Quanto è magnifica la ricompensa di coloro che hanno [ben] operato!”(TSC- Sura XXXIX, versetto 74)

Il Corano, ci incoraggia a sopportare gli insulti, piuttosto che a ribattere allo stesso modo. Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Quanto invece a chi è paziente e indulgente, questa è davvero la miglior disposizione” (TSC- Sura XLII, versetto 43) .

E dice ancora quel che può essere tradotto come: E designammo alcuni come tentazioni per gli altri. Persevererete ? Il tuo Signore tutto osserva” (TSC- Sura XXV, versetto 20). Vedete come è magnifica la saggezza di Dio! 

La pazienza è necessaria in ogni situazione della vita. Abbiamo trattato in particolare la pazienza durante i momenti di afflizione, ma essa non si deve limitare unicamente in queste occasioni. Per esempio, devi essere paziente anche mentre studi, e se tuo padre decide di spegnere TV e internet  fino alla fine dei tuoi esami.

Il Profeta ( pace e benedizioni su di lui) disse: “Non coglierà il musulmano sofferenza o malattia, o afflizione, o dolore, o danno, o tristezza, o financo la puntura di una spina che abbia a subire, senza che per questo cancelli Iddio qualcuno dei suoi peccati.[12]

Il Profeta (pace e benedizioni su di lui) ci diede alcuni esempi delle sofferenze dell’uomo:

"Nasab" : la fatica – per esempio la stanchezza che senti dopo uno sforzo. 

"Wasab" : la malattia

"Al Aza" : tutti i tipi di afflizioni, inclusi i primi due e la puntura di spina . 

Tutto questo, Allah l'Altissimo lo sottopone all’uomo per eliminare i suoi peccati .

Il Profeta ( pace e benedizioni su di lui), disse: “Le afflizioni potrebbero colpire il credente di continuo nel suo corpo, nelle sue proprietà, nella sua famiglia fino a che non incontrerà Allah senza avere a suo carico nessun peccato.”

Dopo aver saputo tutto questo, riusciremo ad essere pazienti o no ?

Quanto a quelli che non credono in Allah, sono del tutto lontani dalle Sue prove; infatti Egli apre loro le porte di ogni bene, non gli manda sofferenze, per evitare che possano sfuggire alla Sua ira . Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “…E mentre esultavano per quello che avevamo donato, li afferrammo all'improvviso ed eccoli disperati.” (TSC- Sura VI, versetto 44).

Una volta fu chiesto al  Profeta ( pace e benedizioni su di lui): “Chi sono gli uomini che soffrono maggiormente e che subiscono le prove più dure da parte di Allah?” Il Profeta (pace e benedizioni su di lui) rispose: “Sono i Profeti”. Affinché  tu comprenda che non vuol dire che  Allah l'Altissimo non è soddisfatto di te se ti manda una malattia o una disgrazia.

Il Profeta (pace e benedizioni su di lui) ci vuol far capire che ognuno di noi ha delle prove da superare, la cui difficoltà dipende dalla grandezza della propria fede. I Profeti furono le persone che hanno sofferto maggiormente. E anche per gli uomini vale lo stesso principio: chi è più credente soffrirà di più durante la vita, affinché possa purificarsi da  tutti i suoi  peccati.   

Perché Allah ci sottopone a delle prove?

1-     L’ Hadith citato ci ha spiegato uno dei motivi: elevare il nostro grado presso l’Altissimo.

Le nostre sole hasanat (ricompense date per le buone opere compiute), infatti, non ci permetterebbero mai di accedere al Paradiso, perché non sarebbero sufficienti a compensare i nostri peccati o a superare le benedizioni offerte da Allah (gloria a Lui). Tuttavia, quando Egli ci pone davanti ad una prova (che può durare una settimana, un mese, un anno o più), se riusciamo a superarla con pazienza, guadagniamo di sicuro una posizione privilegiata nel Paradiso.

2-     Per creare una graduatoria dei meriti di ciascuno di noi. Difatti, Allah Sa come reagiremo in qualsiasi circostanza, però non ci giudica in base al Suo Sapere, anche se Egli sarebbe Giusto con noi, come Lo è sempre, ma a seconda dei nostri comportamenti. In tal modo, saremo noi stessi testimoni delle nostre azioni. Le avversità servono a distinguere la gente di merito dagli impostori.

Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Pensate forse di entrare nel giardino senza che Allah riconosca coloro che lottano, coloro che sopportano?” (TSC- Sura III, versetto 142). e dice anche quel che può essere tradotto come: “Non si addice ad Allah lasciare i credenti nello stato in cui vi trovate, se non fino a distinguere il cattivo dal buono. Allah non intende informarvi sull’invisibile, …”(TSC –Sura III, versetto179).

3-     Se la nostra vita fosse sempre tranquilla, stabile, senza avversità e piena di gioia, diventeremmo arroganti, e penseremmo di essere autosufficienti e di non avere bisogno del nostro Creatore. Pertanto, è un atto di misericordia da parte Sua sottoporci delle difficoltà; in tal modo, ci pentiamo e ci rivolgiamo a Lui per chiedere il Suo aiuto.

4-     Nessuno penserebbe e desidererebbe la piacevole vita del Paradiso senza aver vissuto le avversità durante la propria esistenza terrena.

5-     Per ricordarci di Allah l’ altissimo e delle Sue interminabili benedizioni, per darci occasione di ricordarLo e di ringraziarLo.

6-     Per renderci sottomessi alla Sua volontà, perché Allah (gloria a Lui) ama coloro che Gli si sottomettono.

7-     Tra i numerosi nomi che Allah possiede, ci sono: Il Forte, Il Misericordioso e l’Affettuoso. Durante i momenti di crisi, questi attributi ed altri si concretizzano, consentendoci di capirli meglio, e ci permettono di capire la Sua magnificenza nel momento in cui Egli ci solleva dai problemi.

Esempi di personaggi con notevole pazienza

Il più famoso, è quello del profeta Ayyub (Giobbe), pace su di lui. Per 80 anni ha goduto di un’ottima salute e ha avuto 14 figli, tra maschi e femmine. Raggiunta la detta età, gli muoiono tutti i figli e contrasse una malattia che lo costrinse a stare immobile a letto, e che gli causò la caduta di frammenti di pelle dal corpo. Ridotto in tale stato, tutta la gente, che prima gli mostrò un grande amore, fuggì da lui. L’unica persona che gli rimase vicina fu sua moglie. E’ rimasta fedele a suo marito e l’ha sostenuto, fatto che purtroppo ai nostri giorni sta diventando sempre più raro. Per 18 anni ha vegliato su di lui ed ha persino lavorato, lei, moglie di un Profeta, presso altri, per sovvenire ai bisogni di suo marito. Un giorno disse ad Ayyub: “Perché non chiedi ad Allah di guarirti?”. Egli le rispose “Per 80 anni, Egli mi ha riempito di grazie, non posso chiederGli di guarirmi fino a che io non trascorra altri 80 anni pazientando e ringraziandoLo.” È per questo suo atteggiamento che è rimasto da allora il modello più significativo di pazienza.  Allah l’Altissimo dice di lui quel che può essere tradotto come: “…Lo trovammo perseverante, un servo ottimo, pronto al pentimento.”(TSC- Sura XXXVIII, versetto 44).

La loro situazione andò avanti inalterata fino quando la gente iniziò ad allontanarsi  perfino dalla moglie di Ayyub, per paura che fosse stata contaminata dal marito lebbroso. Il Profeta, poi, cominciò a pregare per la sua guarigione, quando venne a sapere che, a causa del bisogno economico, sua moglie fu costretta a vendere le sue trecce. 

E’ interessante a questo punto notare come Ayyub scelse di formulare la sua implorazione. Egli disse ciò che può essere tradotto come: “<<Il male mi ha colpito ma Tu sei il più misericordioso dei misericordiosi!>>”( TSC- Sura XXI, versetto 83). Pregò senza pronunciare neanche una parola di lamentela, nonostante la sua malattia durò ben 18 anni. Allah, gloria a Lui, pertanto esaudì la sua invocazione. L’Altissimo dice quello che può essere tradotto come: “Gli rispondemmo e lo salvammo dalla disperazione. …”( XXI, 88). Infatti, alcuni racconti riferiscono che, dopo quei 18 anni, Allah gli diede 28 figli, maschi e femmine, ricompensa citata nel versetto che può essere tradotto come: “Gli restituimmo la sua famiglia e con essa un'altra simile, …”(TSC- Sura XXXVIII, versetto 43). Inoltre, gli ritornò anche la salute. Per questo non ti devi lamentare, o protestare per una piccola ferita, o per un’ammaccatura sulla tua macchina, o per la perdita di una persona cara o per qualsiasi altro tipo di difficoltà. Niente di tutto ciò può essere paragonato a ciò che ha sopportato Ayyub, un Profeta che fu molto caro ad Allah.

Un altro modello di pazienza è dato dall’ esempio del profeta “Yusuf”,Giuseppe (pace su di lui).

Quando era molto piccolo, perse sua madre. I suoi fratelli, provavano una grande invidia verso di lui, quasi fino a volerlo uccidere. Essi lo gettarono infatti in un profondo pozzo lontano da casa, in un luogo sconosciuto. Successivamente, venne tratto in salvo, ma venduto come schiavo, lui, discendente di una stirpe di Profeti (quella di Abramo, Isacco e Giacobbe), ad un ministro egiziano, dai suoi stessi salvatori. Yusuf rimase lontano dalla sua famiglia e dalla sua casa per oltre vent’ anni, era infatti molto giovane, e non conosceva la via del ritorno. La moglie del ministro, era molto attratta da lui, e cercò di sedurlo, ma lui respinse la tentazione, e, a causa di questo, fu ingiustamente incarcerato per nove anni. Successivamente, subì anche problemi di salute. Infine, riuscì a conferire con il re, il quale riconobbe in lui delle qualità, e gli diede un importante incarico.

È da ricordare anche la pazienza di suo padre, Giacobbe, che soffrì moltissimo per la sua scomparsa, per decine di anni, prima di riuscire a rincontrarlo in Egitto.

Citiamo anche il caso di Imran Ibn Hossain, un compagno del Profeta (pace e benedizioni su di lui ), che venne colpito da una grave malattia, la quale lo ridusse in uno stato talmente pietoso che chiunque andava a visitarlo scoppiava in pianto. Egli diceva sempre, vedendo le lacrime di compassione degli altri: “Tutto ciò che fa piacere ad Allah, fa piacere anche a me”.

Vi è anche l’esempio della donna che si mise a ridere subito dopo l’ amputazione della propria mano. Quando le fu chiesto se non accusasse nessun dolore, ella  rispose: “La dolcezza della ricompensa mi ha fatto dimenticare l’amarezza del dolore.”

È da citare anche il caso di Umm Sulaym, che visse all’epoca del Profeta (pace e benedizioni su di lui) con il marito ed il loro unico figlio Talha, da loro molto amato. Una sera, mentre il marito era fuori, il figlio, ammalato, morì. Poiché si doveva aspettare il mattino per seppellirlo, Umm sulaym, donna ragionevole, paziente, fedele ed intelligente, decise di non informare subito suo marito, per non rattristarlo, e di sopportare da sola il dolore per la perdita del suo amato figlio. Quando egli ritornò e chiese come stava il figlio, ella rispose: “E’ più tranquillo di quanto sia mai stato”. Il marito capì che il figlio stava dormendo, mentre lei intendeva che stava riposando in pace dopo la sua morte. L’ uomo ringraziò Allah, e trascorse serenamente la notte con la moglie.

La mattina seguente, ella gli disse: “ Abu Talha, considera il caso di qualcuno che faccia un prestito ad una famiglia, e poi reclami la cosa prestata; è diritto della famiglia in questione rifiutare ?”. Egli rispose: “No”. Lei aggiunse: “Anche se passa molto tempo dopo averlo fatto?” “A maggior ragione!” rispose il marito. A questo punto lei gli disse: “Metti in conto tuo figlio, Allah ha ripreso il Suo prestito”.

Le nostre sorelle musulmane, oggigiorno, potrebbero avere anche solo la metà di una simile pazienza?

Le condizioni della pazienza:

1-     Essa deve manifestarsi durante le crisi, non dopo. Un giorno, mentre il Profeta (pace e benedizioni su di lui) stava passando vicino ad un cimitero, vide una donna che piangeva e si lamentava davanti ad una tomba. Egli le disse: “Temi Allah, e sii paziente”. La donna subito rispose: “Lasciami in pace”. Allora il Profeta (pace e benedizioni su di lui) la lasciò sola e se ne andò. I compagni del Profeta (PBSL), in seguito, andarono da lei, e la informarono che era stata in presenza del Messaggero di Allah (PBSL). Quindi la donna lo raggiunse, e gli chiese perdono per non averlo riconosciuto. Il Profeta (pace e benedizioni su di lui), successivamente le disse che bisognava avere pazienza fin dai primi momenti dell’afflizione per ottenere la ricompensa intera.

2-     La seconda condizione, è dire nel momento della crisi: “In verità veniamo da Allah ed a Lui ritorniamo. Oh Allah, ti prego affinché questa disgrazia sia registrata come un’azione meritoria, ricompensami dunque [per la mia sopportazione] e trasformala in un qualcosa di meglio per me .”

Quando Umm Salama perse suo marito durante la battaglia di Badr , il Profeta le disse di pronunciare questa invocazione. Certamente, Umm salama non capiva che cosa potesse essere meglio di suo marito, compagno del Profeta, combattente e martire a Badr, ma la disse lo stesso. Ma come sapete, Umm Salama si sposò in seguito con il Profeta (Pace e benedizione su di lui) .

3- La terza condizione è di non lagnarsi per ciò che accade. Potete ovviamente raccontare ciò che vi accade alle persone di cui vi fidate, ma fate attenzione all’ intenzione con cui lo fate: non dovete confidarvi per lamentarvi e protestare contro Allah, ma soltanto per informare. Vi consiglio di esercitarvi nella pazienza durante la vostra vita quotidiana, soprattutto nell’ ambito del matrimonio, visto che oggi giorno i coniugi si lamentano sempre di più l’uno dell’altro. Rivolgendosi ai mariti, il Profeta (pace e benedizioni su di lui) disse: “Il credente non dovrebbe odiare una credente. Se un giorno scopre in essa un aspetto  che detesta, l’indomani ne scoprirà un altro che apprezza”. Pertanto egli deve saper valorizzare i suoi lati positivi e non solo rilevare e lamentarsi di quelli negativi, pensando sempre alla separazione come soluzione. Allah l’Altissimo ricorda a questo proposito ciò che può essere tradotto come: “ …Ebbene, è possibile che abbiate avversione per qualcosa che invece è un bene per voi, e può darsi che amiate una cosa che invece vi è nociva. Allah sa e voi non sapete .”(TSC-Sura II, versetto 216). Quindi, quando incontri una difficoltà nella tua vita coniugale, prova a superarla, e ad aiutare tua moglie a sbarazzarsi dei suoi difetti.

Infine, vorrei ricordarvi che non occorre pazientare soltanto in caso d’afflizione ma anche in situazioni di gioia e di felicità. Uno dei compagni del Profeta (pace e benedizioni su di lui) disse: “Quando siamo stati sottoposti a delle prove nei momenti di crisi, abbiamo pazientato, ma quando lo siamo stati nei momenti di felicità, non siamo riusciti a farlo”. Questo, appunto, accade anche a molti di noi. Possiamo ad esempio riuscire ad essere molto disciplinati durante le difficoltà, ma una volta che il denaro appare nella nostra vita, il nostro comportamento cambia completamente e cominciamo a commettere un peccato dopo l’altro. Per questo resistere alle tentazioni nei momenti di felicità è più difficile che farlo nei momenti di crisi: la prima è una prova nascosta, difficilmente individuabile, mentre la seconda è palese ed esplicita. Quindi, possiamo dire che il Profeta Giuseppe (pace su di lui) ha avuto più pazienza quando fu ministro piuttosto che prigioniero.

La pazienza dinanzi ai peccati

Adesso mi rivolgerò in particolare ai giovani.

Vi darò il miglior esempio di totale astinenza dal peccato di fronte ad un forte ed esplicito tentativo di seduzione, raccontando la storia del Profeta Giuseppe (pace su di lui), che seppe resistere alle lusinghe della moglie del suo padrone. Giuseppe possedeva la metà della bellezza dell’ intera umanità. Era in piena salute, giovane e forte. Era celibe, schiavo e  straniero, e quindi scevro dai giudizi negativi della società, per quanto riguarda i suoi comportamenti, visto che era costretto ad eseguire gli ordini impartitegli dai suoi padroni, una coppia di coniugi molto in vista. La moglie del suo padrone, era molto bella, e faceva parte dell’elite della società, e cercava continuamente di sedurlo. Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Avvenne che colei nella cui casa egli si trovava s’innamorò di lui. Chiuse le porte e gli disse:”Accostati a me!...”” (TSC, SURA XII, Versetto 23). Quando egli respinse le sue tentazioni  – mentre nessuno non li vedeva –, la donna lo minacciò di gettarlo in prigione. Per di più, ella non fu  l’unica a tentare di sedurlo, lo fecero anche altre donne, anch’ esse di ceto sociale elevato. Di fronte a questa situazione difficile, Giuseppe disse: “…<<Che Allah non voglia!>>…”(TSC, Sura XII, Versetto 23).  Tu riusciresti a comportarti come lui? Giuseppe ha saputo resistere, malgrado le numerose tentazioni  e le avversità.

Questa storia non permette alcuna scusante ai giovani che incorrono nei peccati di questo tipo.

A volte, i ragazzi mi dicono: “Tu non vedi ciò che vediamo noi all’università o sui canali satellitari, c’è tanta dissolutezza e libertinaggio.” Ed io rispondo loro: “Voi invece non avete visto il castello del ministro e la bellezza della sua donna, che tentava Giuseppe dicendogli “Accostati a me”, e riflettete bene anche sulle parole che disse la donna quando raccontò del suo atteggiamento verso di lei, che nel Sacro Corano recitano così come può essere tradotto come: “…Ho cercato di sedurlo ma lui vuole mantenersi casto. …”(TSC, Sura XII, Versetto 32).

A volte mi dicono anche: “Il nostro ambiente non ci aiuta!”. Insensato! Guardate l’ambiente nel quale viveva il Profeta Giuseppe (pace su di lui). Personalmente non trovo alcuna scusante per coloro che continuano ad avere il ragazzo o la ragazza dopo aver letto questa storia. A questa gente ricordo le parole dell’Altissimo, che Ha detto quel che può essere tradotto come: “Abbiamo abbellito, agli [occhi degli] uomini, le cose che essi desiderano: le donne, i figli, i tesori accumulati d’oro e d’argento, i cavalli marchiati, il bestiame e i campi coltivati; tutto ciò è solo godimento temporaneo della vita terrena, mentre verso Allah è il miglior ritorno. Dì: “Posso insegnarvi qualcosa di meglio di ciò?  Per quelli che sono timorati ci sono, presso il Signore, giardini nei quali scorrono ruscelli…”.  (TSC, Sura III,Versetto 14).

Dovete soltanto avere pazienza per ottenere questa ricompensa.

Con tutte queste promesse, il Paradiso, i vantaggi eterni, qualcuno esiterà ancora prima di smettere di fumare?

Personalmente, conosco un uomo molto stimato, che non si è mai separato dalle sigarette per 40 anni. Un giorno sentì parlare dell’importanza dell’invocazione verso Allah. Dopo averci riflettuto, egli prese la decisione di smettere di fumare e cominciò a pregare Allah di aiutarlo nel farlo. Nel giro di due settimane, la sigaretta si trasformò in un brutto ricordo del passato.

La pazienza davanti alle tentazioni che inducono al peccato sembra fare dei miracoli! È necessaria la fiducia in Allah e l’insistenza nell’invocare il Suo aiuto, l’allontanamento dalle cattive compagnie e il sapersi accontentare di ciò che si ha, senza bramare sempre ciò che è in possesso degli altri.

Mi rivolgo a questo proposito alle donne, dicendo loro di non esercitare pressione sui mariti per avere ciò che le altre hanno. Questo comportamento può avere dei risultati molto negativi, e danneggiare il rapporto matrimoniale. Allah l’Altissimo dice quel che può essere tradotto come: “Non volgere lo sguardo ai beni effimeri che abbiamo concesso ad alcuni di loro per metterli alla prova. Il compenso del tuo Signore è certamente migliore e più duraturo!” (TSC, Sura XX, Versetto 131).

Spero davvero che in futuro prendiate come esempio la pazienza di Giuseppe, quando dovrete resistere ai peccati. Ricordatevi sempre le sue parole, citate dal Sacro Corano, che possono essere tradotte come: “…<<O mio Signore, preferisco la prigione a ciò cui mi invitano; …” (TSC, Sura XII,Versetto 33).

Concludo con  il citare l’effetto della lettura della sura di Giuseppe. Si dice che essa conforti i rattristati e gli angustiati  e coloro che sono tentati dal peccato.

   

La pazienza nell’obbedienza

In questo contesto, vi ricordo la storia di Abramo (pace su di lui), e la sua obbedienza verso gli ordini Divini, anche se erano durissimi, ed anche l’ ottemperamento ad essi di suo figlio Ismaele, pace su di lui, che disse nel Sacro Corano ciò che può essere tradotto come: “…<<Padre mio, fai quel che ti è stato ordinato: se Allah vuole sarò rassegnato>>. Quando poi entrambi si sottomisero, e lo ebbe disteso con la fronte a terra, ...”(TSC, Sura XXXVII, Versetto 102-103).  

Il coltello non funzionò. Questo fu il Volere di Allah, che aveva testimoniato la messa in atto del Suo ordine. Osservate anche il comportamento del figlio, che non mostrò nessun tipo d’esitazione o di protesta; egli disse, come scritto nel Sacro Corano, quel che può essere tradotto come: “…se Allah vuole sarò rassegnato…”. Siete in grado di imitare questo ragazzo di 14 o 15 anni che pazientò davanti a una tale prova e accettò di essere sacrificato per obbedire ad Allah ?

Abu Huraira, che Allah sia soddisfatto di lui, riferì un Hadith che elenca sette tipi di persone pazienti, e la ricompensa che Allah ha riservato loro. Il Profeta (pace e benedizioni su di lui) disse: “Sette riparerà Allah sotto la Sua ombra il giorno in cui non ci sarà altra ombra che la Sua: un governante giusto; un giovane cresciuto nell’adorazione di Allah il Potente, il Glorioso; un uomo il cui cuore sia attaccato alle moschee; due uomini che si siano amati in Allah, che siano stati in accordo o si siano separati per lui; un uomo che una  donna leggiadra e bella abbia invitato, e alla quale abbia risposto: “Io temo Allah”; un uomo che abbia fatto l’elemosina in modo tale che la sua sinistra non abbia saputo quel che dispensò la sua destra; un uomo che abbia menzionato Allah in segreto, e del quale gli occhi abbiano colato lacrime”.   

Quindi Il capo che poteva abusare del suo potere, ma che ha saputo resistere di fronte a questa tentazione;

il giovane che poteva peccare vista la sua età, ma che invece ha sempre cercato di adempiere agli ordini di Allah;

il munifico che ha resistito al desiderio di far vedere agli altri la sua generosità;

gli amici che si sono voluti bene e si sono supportati per amore dell’Altissimo.

L’ uomo sensibile al ricordo di Allah l’ Altissimo, che non si è vantato davanti agli altri delle proprie lacrime.

Tra gli esempi di pazienza, è da sottolineare anche quello citato nel versetto, che può essere tradotto come: “E persevera insieme a coloro che invocano il loro Signore al mattino e alla sera, desiderando il Suo Volto. Non vadano oltre loro i tuoi occhi, in cerca degli agi di questa vita. …” (TSC, Sura XVIII,Versetto 28).

Perciò, è tuo dovere incoraggiare ed incitare continuamente la tua famiglia a compiere il bene, come soleva fare Omar Ibn Al-Khattab, che Allah sia soddisfatto di lui. Egli faceva la preghiera notturna, e prima di quella dell'alba, svegliava la sua famiglia recitando quotidianamente le parole del Corano che possono essere tradotte come: “Comanda la preghiera alla tua gente e assiduamente assolvila. …”(TSC, Sura XX, Versetto 132). 



[1] :  TSC= traduzione del significato del Corano. Questa è la traduzione del significato concordato fino adesso del versetto indicato nella Sura. La lettura della traduzione del significato del Corano, con qualsiasi lingua, non può sostituire mai la sua lettura in lingua araba; poiché questa è la lingua in cui è stato rivelato

[2] comunità islamica

[3] Hadith autentico, narrato da Al-Albany n° 1100

[4] Hadith autentico, narrato da Muslim n°2999

[5] fede

[6] Nome arabo del Profeta Giuseppe, pace su di lui

[7] Detto sacro, non facente parte del Corano, ma rivelato comunque da Allah l’ Altissimo Stesso

[8] Hadith autentico, narrato da Bukhari, 101

[9] Narrato da Al-Albany, 1408

[10] Sahih Bukhari, 5714

[11] Persone appartenenti alla generazione seguente rispetto a quella dei Compagni del Profeta (pace e benedizioni su di lui)

[12] Hadith autentico, narrato da  Bukhari, 5641

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